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Mele e fichi: l’ape e la vespa

Un’estate intensa con temperature altalenanti, e qualche temporale sporadico, ha permesso agli olivi di produrre una buona quantità di frutti che si presenta sana, in questi giorni di fine agosto.
Nell’oliveta sono presenti altre piante da frutto che sono sostegno anche di caprioli e cinghiali che abbondano nelle nostra colline.
Ho iniziato in questi giorni caldissimi, a raccogliere i primi fichi e le mele, che maturano un po’ alla volta, dai frutti che incorniciano il laghetto dell’oliveta.
La stagione delle mele è iniziata e insieme quella del frutto più dolce della nostra campagna: il fico, che anche se rustico e forte, ha bisogno di cure e potature per una buona produzione, soprattutto sana.



Le piante da frutto inserite nel contesto dell’oliveta, producono oltre ai frutti, il polline per le api, gli insetti principali impollinatori del melo, importanti per la biodiversità insieme gli agaonidi. Non è raro trovare un insetto svolazzare fuori o dentro ad un fico: la vespa, insetto fondamentale per la sopravvivenza del fiore della pianta del fico, che per noi è un frutto dolcissimo. Sembrerà un insetto fastidioso e pericoloso, ma come l’ape se disturbata da un pericolo, difende la propria casa.

L’olio novello: Soprano 2020

Un anno incredibile per l’abbondanza di raccolto, tantissime olive come era prevedibile da una fioritura meravigliosa. Un anno da ricordare anche per le olive sane, senza nessun attacco di mosca, grazie soprattutto all’inulaviscosa, presente in grande quantità nell’oliveta, utilizzata come esca biodinamica.

Le olive raccolte alla fine del mese di ottobre, si presentano più verdi e meno mature, colpa l’andamento delle temperature più basse del mese di settembre e ottobre. L’olio prodotto, con la molitura fatta nella stessa giornata della raccolta, risulta particolarmente verde e dal sapore più deciso, più acerbo e molto denso, decisamente una spremitura di olive!

La molitura delle olive biologiche avviene a freddo mediante un procedimento meccanico, temperatura che consente all’olio di non superare la temperatura di 27 gradi.

Il colore dell’olio novello, è sinonimo di freschezza, e se conservato bene può durare nel tempo. Per la conservazione sotto azoto, così come per la frutta, l’olio riesce a mantenere integre le sue proprietà, lo stesso se i recipienti di olio sono sempre pieni, con l’accortezza di cambiare l’olio quando il recipiente inizia ad essere a metà della sua capienza mettendolo in fusti più piccoli, elimando così l’ossigeno che modifica le sue proprietà come colore e sapore. L’invecchiamento dell’olio, il colore che da verde diventa più giallo oro, e il sapore meno acerbo, è comunque la prova che l’olio è naturale e non alterato. La bottiglia scura che utilizzo è adatta per l’imbottigliamento, perché mantiene l’olio al riparo della luce. La scelta di bottiglie trasparenti, ha solo scopi commerciali, attrarre le persone che dal colore traggono la conclusione che l’olio è buono, ma per chi conosce le proprietà dell’olio, il colore non è prova certa di bontà e naturalità.  Non farsi ammaliare dunque dall’apparenza, perché ciò che conta è la sostanza!

La salubrità delle olive è sempre messa in discussione da persone che non frequentano i campi: ovviamente ogni produttore conosce bene il proprio raccolto, e ognuno garantisce il proprio olio anche con analisi dettagliate.

La cura delle piante è alla base di ogni raccolto, e se vogliamo ottenere ottimi risultati senza l’utilizzo di sostanze nocive, il tempo, la cura e un po’ di fortuna dettata dall’andamento della stagione, sono l’unica soluzione. Questo senza la pretesa che l’olio sia sempre uguale, con lo stesso colore, sapore e quantità: ogni annata è differente, anche se la qualità rimane la stessa!


olio extra vergine di oliva biologico

Piccole olive crescono

Una fioritura attesa in questo anno 2020, che rimanda all’anno precedente con un raccolto dimezzato. Dopo un attenta potatura e la concimazione biologica, l’oliveta ci preannuncia un raccolto abbondante.

Dopo la fioritura di giugno, luglio inizia il monitoraggo della mosca olearia che al momento non si presenta nelle trappole, complici le alte temperature di questi giorni.
Insieme alle piccole olive che crescono, volano le api in cerca di polline, scarso nel mese di maggio complicato dalla scarsa fioritura dell’acacia, colpita dalla gelata dei primi giorni di marzo.

Quale virus, la natura non può sconfiggere?

Una primavera che sa di autunno è quella del 2020, un anno da ricordare soprattutto per i divieti che hanno interessato l’agricoltura solo in parte. Così tra altalenarsi di temperature, tra neve, Sole e vento, la potatura degli olivi è andata avanti.

Non con qualche restrizione per il divieto di bruciare le potature, che ha rallentato di molto il lavoro. L’ordinanza della Regione Toscana emanata nel mese di marzo, comprende il periodo che va dal 20 marzo al 15 aprile, le cause del divieto sono dovute alla siccità, a dir poco plausibile.

I nemici da affrontare in questa primavera sono stati innumerevoli, dunque. La neve caduta nella nostra campagna proprio il 21 marzo, ha danneggiato le gemme di alcuni frutti e vitigni, ma con le temperature al di sopra dello zero, ha risparmiato molti altri fiori.

Così anche la stagione delle api, non è iniziata benissimo, già dai primi di marzo alcune famiglie  si sono affacciate con il gran caldo, pronte a sciamare con la propria regina. Si sono fermate grazie alla temperatura che dai 25 gradi è scesa bruscamente sotto i 10 gradi. Con la risalita delle temperature, le api sono adesso a lavoro per la produzione di miele.

Attualmente le arnie sono stanziali, e si trovano nel mezzo degli olivi, con vicino un piccolo laghetto, un bosco di castagni e frutti. Le api sono la presenza di una coltura biologica, che utilizza sistemi biodinamici per la difesa dei frutti e delle piante.

In conclusione, dopo tanti appelli, discorsi e silenzi forzati, questa stagione si preannuncia durissima. Soprattutto sul fronte economico, insieme alla consapevolezza che un sistema economico è sulla via del cambiamento, l’augurio è che la salute sia preservata con il cibo sano.

Un pensiero di questa primavera è per colui che non smette mai di seminare la propria terra, qualsiasi tempesta l’abbia distrutta. È questa terra che abbiano trovato coltivata, di una bellezza semplice e autentica, che rappresenta la storia di generazioni, dei nostri vecchi. Sono loro che hanno costruito un paese, lo hanno reso splendido, quello che in troppi hanno abbandonato. Ma non c’è terra avvelenata che non può essere di nuovo coltivata.

Non rimane che dire, se in tasca avrete le nuove mille lire, spendetele per addolcire le nostre vite!

Il Gusto della Musica: l’olio nuovo ad Ambra

Ci accompagnano le note di pianoforte di eccelsi maestri pianisti, durante la prima serata della manifestazione “Il Gusto della Musica“, una serata di degustazione di olio extra vergine di oliva e non solo.

Un annata seppur meno abbondante dell’anno scorso, premia gli olivicoltori che con cura e costanza hanno raccolto abbondanti olive e prodotto un olio di ottima qualità.

Venerdì 29 novembre 2019 in occasione della degustazione dei prodotti della Valdambra, presentiamo Soprano 2019, l’olio extra vergine di oliva biologico che in speciali pietanze potrete assaggiare e gustare insieme alla cultura di una terra che non possiamo abbandonare.

La serata è organizzata da Società Filarmonica Ambra, in collaborazione con Avis Bucine, Proloco Ambra e Maison della Danza.

Marmellata!? La giuggiolata della Giuggiola!

Un’ottima annata lo si direbbe del vino, e si può vestire questo detto perché no anche per le giuggiole. Eh sì, proprio loro, i “datteri cinesi”, i frutti che nascono dal giuggiolo, la pianta da cui la nostra avventura ha preso le sembianze dal 1995. Voglio parlarne perché sono loro le protagoniste di quest’anno 2019.

Un frutto dalle molteplici proprietà, che per molti anni è stato il frutto povero di tanti contadini, oggi abbandonato dalle grandi produzioni agricole. Per certi versi simile all’olivo nella potatura, questa pianta dall’arbusto spinoso, è un frutto dalle note dolci e delicate: per questo mi sono messa a “trasformare” le giuggiole in una gustosa e dolce marmellata “fatta in casa”.
Un’impresa non semplice, dopo ricerche serrate per trovare una ricetta credibile sul web, ho avuto un suggerimento da un’amica, attenta e appassionata cuoca pugliese che mi ha indirizzato nella strada giusta!

Marmellata di Giuggiole

Vi presento così il nuovo prodotto della Giuggiola, senza frasi d’effetto ma con tanto entusiasmo: la giuggiolata!

Un abbondante fioritura!

Dopo il passaggio di Buran, il vento gelido che ha provocato le ondate di freddo dell’inverno scorso, gli olivi hanno resistito al ghiaccio e alle temperature scese fino a meno 12 gradi. Alcune piante sono state duramente attaccate, una piccola percentuale (circa 1 per cento) che con l’arrivo della primavera e della mignolatura, non si sono risvegliate con la conseguente mancata fioritura.

Tra le piante colpite si registrano fenomeni di tagli sul tronco e sui rami, dovuti al congelamento della parte linfatica della pianta. Disinfettate le ferite da ghiaccio con rame e mastice specifico, si  lascia tutto il tempo necessario alla pianta, già fortemente debilitata di riprendersi senza infierire con potature fino alla prossima primavera.

Fioritura Giugno 2018

La gioia è tutta concentrata per le piante che invece hanno resistito e hanno avuto prima una mignolatura importante seguita da una fioritura ricchissima. La stagione primaverile promette un raccolto abbondante, la temperatura e la pioggia del mese scorso ha irrigato le piante e reso il terreno fertile e ricco di acqua per la stagione estiva alle porte.

Le piante in fase di mignolatura sono state trattate con specifico prodotto biologico che dopo la pioggia abbondante di maggio, sono state attaccate da occhio di pavone e da possibili sviluppi di rogna dopo la potatura primaverile. Dopo la fioritura abbondante di quest’anno, aspettiamo le olive, ma prima ancora iniziamo con il monitoraggio della mosca dell’olivo.

Fioritura Giugno 2018

Potatura olivi dopo Buran: tra pioggia e Sole

Questo duemiladiciotto si è annunciato mite con il mese di gennaio ed ha continuato a sorprenderci con freddo, neve e pioggia nel mese di febbraio e marzo. La potatuta è stata difficile per via delle condizioni meteorologiche instabili, per le gelate possibili che minacciano le piante con ferite da taglio.
La selezione di rami da tagliare per una produzione abbondante e sana, continua nel primo giorno di aprile, una giornata di primavera piovosa a tratti soleggiata, ma con una temperatura ideale.

Il passaggio di Buran

Olivi San Pancrazio – Giuggiola

Olivi San Pancrazio – Giuggiola – Buran 2018

 

Fiori e Frutti by Giuggiola

San Pancrazio (Ar)

San Pancrazio (Ar)

La collina di San Pancrazio (Bucine), nota per la Resistenza partigiana del ’44, è ricca oltre che di coraggio, di fiori e frutti, sinonimo di sapore e colore delle stagioni toscane: susini, meli, mori e fiori tinteggiano le colline per diventare frutti estivi.

Gli alberi da frutto costeggiano il laghetto per l’approvigionamento dell’acqua. I rovi crescono nella zona più umida dell’oliveto, ai bordi di un fossato dove scorre l’acqua piovana che per ragioni di pulizia e di igiene della coltura, deve essere estirpato dopo la raccolta dei frutti preziosi, almeno una volta ogni 2 o 3 anni.

More di rovo

More di rovo

More selvatiche che si trasformano in marmellate da gustare a colazione, ricche di sostanze energetiche adatte al duro lavoro che ci attende…

I fiori primaverili crescono sui prati delle colture per l’assenza di sostanze diserbanti, presenza che allieta la stagione primaverile durante la potatura delle piante di olivo: gigli selvatici, bocche di lupo, margherite, ortiche, finocchio e piante di menta. Profumi e colori che si trovano durante la primavera che scompaiono dopo la rotazione dei terreni, con l’aratura o la rasatura dell’erba, fatta appena prima della stagione estiva.

Fiori primaverili

Fiori primaverili

Fiori caratteristici di un terreno ricco di risorse minerali che nutrono con l’aiuto della concimazione biologica, l’alimentazione degli olivi, in una cornice naturale che rispetta l’ambiente.

Monitoraggio Mosca dell’olivo 2016

Fioritura OlivoÈ iniziato il monitoraggio della mosca olearia che si teme per quest’anno si presenti di nuovo. Le piogge di giugno hanno affaticato la fioritura e rallentato i lavori di campagna. Fioritura lenta e disomogenea a causa delle basse temperature e della mancanza di luce solare, dovute alle piogge primaverili che hanno fatto cadere molti fiori, riducendo il raccolto, già in questa prima fase.

Fioritura Oliveto 2016

Fioritura Oliveto 2016

Pericolosità di oggi è soprattutto l’umidità, che nonostante le temperature estive hanno raggiunto i 35 gradi in questo fine mese di giugno, scongiurano solo in parte la deposizione delle uova. La prevenzione sulla base delle trappole è assolutamente da esaminare come risolutiva per i professionisti del settore olivicolo. Dalla nostra parte, il vento costante della collina ci aiuta a contrastare l’umidità e la proliferazione della mosca, che potrebbe essere un nemico da combattere anche in questo anno 2016.

Trappola Mosca Olearia

Trappola Mosca Olearia

Non è motivo di cautela ma l’intenzione di produrre olio extra vergine d’oliva, che inizia la caccia alla storica e temibile mosca dell’olivo. Si inizia con il monitoraggio distribuendo due trappole per ettaro, che hanno una durata di trenta giorni. Monitoraggio che si ripete per tutto il mese di luglio. Periodo nei quali si assiste alla presenza in salita, stabile o assenza dell’insetto, che ha tutta l’intenzione di depositare le uova nelle piccole olive se svolazza indisturbata negli oliveti.