Mele e fichi: l’ape e la vespa

Agosto 2023 – Un’estate intensa con temperature altalenanti, e qualche temporale sporadico, ha permesso agli olivi di produrre una buona quantità di frutti che si presenta sana, in questi giorni di fine agosto.
Nell’oliveta sono presenti altre piante da frutto che sono sostegno anche di caprioli e cinghiali che abbondano nelle nostra colline.
Ho iniziato in questi giorni caldissimi, a raccogliere i primi fichi e le mele, che maturano un po’ alla volta, dai frutti che incorniciano il laghetto dell’oliveta.
La stagione delle mele è iniziata e insieme quella del frutto più dolce della nostra campagna: il fico, che anche se rustico e forte, ha bisogno di cure e potature per una buona produzione, soprattutto sana.

Le piante da frutto inserite nel contesto dell’oliveta, producono oltre ai frutti, il polline per le api, gli insetti principali impollinatori del melo, importanti per la biodiversità insieme gli agaonidi. Non è raro trovare un insetto svolazzare fuori o dentro ad un fico: la vespa, insetto fondamentale per la sopravvivenza del fiore della pianta del fico, che per noi è un frutto dolcissimo. Sembrerà un insetto fastidioso e pericoloso, ma come l’ape se disturbata da un pericolo, difende la propria casa.

In Campagna

L’olio novello: Soprano 2020 – Un anno incredibile per l’abbondanza di raccolto, tantissime olive come era prevedibile da una fioritura meravigliosa. Un anno da ricordare anche per le olive sane, senza nessun attacco di mosca, grazie soprattutto all’inulaviscosa, presente in grande quantità nell’oliveta, utilizzata come esca biodinamica.

Ottobre 2020

Le olive raccolte alla fine del mese di ottobre, si presentano più verdi e meno mature, colpa l’andamento delle temperature più basse del mese di settembre e ottobre. L’olio prodotto, con la molitura fatta nella stessa giornata della raccolta, risulta particolarmente verde e dal sapore più deciso, più acerbo e molto denso, decisamente una spremitura di olive!

La molitura delle olive biologiche avviene a freddo mediante un procedimento meccanico, temperatura che consente all’olio di non superare la temperatura di 27 gradi.

Olio evo biologico 2020 – Al frantoio

Il colore dell’olio novello, è sinonimo di freschezza, e se conservato bene può durare nel tempo. Per la conservazione sotto azoto, così come per la frutta, l’olio riesce a mantenere integre le sue proprietà, lo stesso se i recipienti di olio sono sempre pieni, con l’accortezza di cambiare l’olio quando il recipiente inizia ad essere a metà della sua capienza mettendolo in fusti più piccoli, elimando così l’ossigeno che modifica le sue proprietà come colore e sapore. L’invecchiamento dell’olio, il colore che da verde diventa più giallo oro, e il sapore meno acerbo, è comunque la prova che l’olio è naturale e non alterato. La bottiglia scura che utilizzo è adatta per l’imbottigliamento, perché mantiene l’olio al riparo della luce. La scelta di bottiglie trasparenti, ha solo scopi commerciali, attrarre le persone che dal colore traggono la conclusione che l’olio è buono, ma per chi conosce le proprietà dell’olio, il colore non è prova certa di bontà e naturalità. Non farsi ammaliare dunque dall’apparenza, perché ciò che conta è la sostanza!

La salubrità delle olive è sempre messa in discussione da persone che non frequentano i campi: ovviamente ogni produttore conosce bene il proprio raccolto, e ognuno garantisce il proprio olio anche con analisi dettagliate.

La cura delle piante è alla base di ogni raccolto, e se vogliamo ottenere ottimi risultati senza l’utilizzo di sostanze nocive, il tempo, la cura e un po’ di fortuna dettata dall’andamento della stagione, sono l’unica soluzione. Questo senza la pretesa che l’olio sia sempre uguale, con lo stesso colore, sapore e quantità: ogni annata è differente, anche se la qualità rimane la stessa!

Piccole olive crescono – Una fioritura attesa in questo anno 2020, che rimanda all’anno precedente con un raccolto dimezzato. Dopo un attenta potatura e la concimazione biologica, l’oliveta ci preannuncia un raccolto abbondante.

Dopo la fioritura di giugno, luglio inizia il monitoraggo della mosca olearia che al momento non si presenta nelle trappole, complici le alte temperature di questi giorni.
Insieme alle piccole olive che crescono, volano le api in cerca di polline, scarso nel mese di maggio complicato dalla scarsa fioritura dell’acacia, colpita dalla gelata dei primi giorni di marzo.

Quale virus la natura non può sconfiggere? – Una primavera che sa di autunno è quella del 2020, un anno da ricordare soprattutto per i divieti che hanno interessato l’agricoltura solo in parte. Così tra altalenarsi di temperature, tra neve, Sole e vento, la potatura degli olivi è andata avanti.

Non con qualche restrizione per il divieto di bruciare le potature, che ha rallentato di molto il lavoro. L’ordinanza della Regione Toscana emanata nel mese di marzo, comprende il periodo che va dal 20 marzo al 15 aprile, le cause del divieto sono dovute alla siccità.

I nemici da affrontare in questa primavera sono stati innumerevoli, dunque. La neve caduta nella nostra campagna proprio il 21 marzo, ha danneggiato le gemme di alcuni frutti e vitigni, ma con le temperature al di sopra dello zero, ha risparmiato molti altri fiori.

Così anche la stagione delle api, non è iniziata benissimo, già dai primi di marzo alcune famiglie  si sono affacciate con il gran caldo, pronte a sciamare con la propria regina. Si sono fermate grazie alla temperatura che dai 25 gradi è scesa bruscamente sotto i 10 gradi. Con la risalita delle temperature, le api sono adesso a lavoro per la produzione di miele.

Attualmente le arnie sono stanziali, e si trovano nel mezzo degli olivi, con vicino un piccolo laghetto, un bosco di castagni e frutti. Le api sono la presenza di una coltura biologica, che utilizza sistemi biodinamici per la difesa dei frutti e delle piante.

In conclusione, dopo tanti appelli, discorsi e silenzi forzati, questa stagione si preannuncia durissima. Soprattutto sul fronte economico, insieme alla consapevolezza che un sistema economico è sulla via del cambiamento, l’augurio è che la salute sia preservata con il cibo sano.

Marzo 2020

Un pensiero di questa primavera è per colui che non smette mai di seminare la propria terra, qualsiasi tempesta l’abbia distrutta. È questa terra che abbiano trovato coltivata, di una bellezza semplice e autentica, che rappresenta la storia di generazioni, dei nostri vecchi. Sono loro che hanno costruito un paese, lo hanno reso splendido, quello che in troppi hanno abbandonato. Ma non c’è terra avvelenata che non può essere di nuovo coltivata.

Non rimane che dire, se in tasca avrete le nuove mille lire, spendetele per addolcire le nostre vite!

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