Diventa obbligatoria l’abilitazione per l’utilizzo di prodotti fitosanitari (PF), in base al decreto legislativo 150/2012 in materia di prodotti chimici destinati all’utilizzo professionale in aeree agricole ed extra agricole. I PF sono suddivisi in: fungicidi, insetticidi, diserbanti, acaricidi, fitoregolatori, geosterilizzanti e rodenticidi.
Abilitazione che comporta la frequenza di un corso accreditato dalla Regione per acquirenti e venditori di PF, necessario all’acquisto e vendita di prodotti destinati a combattere gli organismi nocivi e alla conservazione delle colture e derrate alimentari.
Tutti o quasi tutti che desiderano curare una coltura, sono necessariamente chiamati all’acquisto di sostanze attive contenute nei PF: la formazione professionale messa a disposizione dalle associazioni di categoria per professionisti e aspiranti tali, si aggira intorno alla cifra di 150 euro, che si aggiunge all’obbligo di abilitazione nella guida di mezzi agricoli.
Etichettatura PF
La nuova normativa segue le direttive comunitarie, e prevede come punto di innovazione, l’introduzione dell’obbligo di lotta integrata, al fine di ottenere un grado di sostenibilità ambientale maggiore. Sensibilizza e rende consapevole dei rischi per la salute l’utilizzatore, nell’utilizzo e nella manipolazione delle miscele chimiche, che mantengono invariato il grado di tossicità, modificando esclusivamente l’etichettatura al fine di uniformare gli Stati membri dell’Ue con codici riconoscibili.
Introduce l’obbligo di un registro dei trattamenti in zone agricole ed extra agricole, come avviene per l’agricoltura biologica, al fine di controllare tempi e quantità dei prodotti utilizzati da eventuali controlli dell’azienda sanitaria locale. L’utilizzatore diventa il primo e unico responsabile della salute pubblica e ambientale, scagionando le aziende produttrici di PF da responsabilità di eventuali intossicazioni e danni alla salute propria e altrui per difetto di utilizzazione, manipolazione e limiti massimi residui nei prodotti alimentari destinati al consumatore finale.
Le sanzioni per l’utilizzo dei PF senza l’abilitazione, vanno dai 5 mila ai 20 mila euro.
La normativa introduce la divisione per l’acquisto dei PF tra hobbisti, cioè coloro che non hanno l’abilitazione, e i professionisti: la concentrazione delle sostanze attive nelle miscele è ugualmente tossica per gli insetti e acari utili nei PPO (prodotti per piante ornamentali). L’hobbista acquisterà un PPO con la dicitura “Non professionale”, per il momento inesistente nelle confezioni, e l’acquisto dei prodotti sarà in quantità minori rispetto al professionista.
L’utilizzo dei PF con l’adeguata formazione professionale rende consapevole l’utilizzatore ma equivale a sostenere costi maggiori per il professionista, che si moltiplicano con: l’adeguamento delle irroratrici, armadietti appositi o locali predisposti al desposito dei PF, abbigliamento idoneo durante i trattamenti, aggiornamenti dei patentini ogni 5 anni, smaltimento dei contenitori come rifiuti pericolosi presso aziende specializzate.
Conclusioni: in agricoltura biologica è necessario tutto l’adeguamento alla normativa europea, anche a fronte del mancato utilizzo di miscele tossiche. Il solfato di rame rientra nei prodotti acquistabili con patentino, lo stesso vale per i prodotti in elenco del biologico per i trattamenti della mosca dell’olivo. Questo comporta costi aggiuntivi, nonostante la produzione agricola del biologico sia sempre minore rispetto all’agricoltura tradizionale. Scelta dettata dalla consapevolezza dei rischi per la salute delle miscele tossiche che vengono utilizzate nell’agricoltura sia integrata che guidata, sempre presenti anche se nei limiti previsti dalla normativa nei prodotti alimentari di natura non biologica.