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Biologico a rischio: arrivano gli NTB.

Ormai al capolinea del ministero dell’agricoltura, la ex ministro Teresa Bellanova, ha presentato con una prima approvazione del 28 dicembre 2020 da parte della Commissione Agricoltura del Senato, i quattro decreti per l’introduzione degli NTB, ex OGM (organismi geneticamente modificati) per i sementi italiani, oggi 14 gennaio 2021 in votazione alla Camera.

Gli NTB sono ottenuti con le nuove tecniche di miglioramento genetico (New Breeding Techniques, Nbt) e sono stati bocciati dalla Corte Europea di Giustizia.

Per tutta la filiera del Biologico, questa prima approvazione al Senato, di cui si sono espressi contrariamente numerose associazioni, è aggravata dall’etichettatura che non prevede l’obbligo di inserire come alimento OGM gli NTB, con nessuna garanzia per chi acquista.

Il tema della biosicurezza è espresso sul Protocollo di Cartagine, in cui si specifica che “la manipolazione e dell’uso sicuri degli Organismi Viventi Modificati (OVM), ottenuti con le moderne biotecnologie che possono esercitare effetti negativi sulla conservazione e l’uso sostenibile della diversità biologica, tenuto conto anche dei rischi per la salute umana, e con una particolare attenzione ai movimenti transfrontalieri.”
https://www.minambiente.it/pagina/protocollo-di-cartagena-sulla-biosicurezza

La PAC dunque (politica agricole comune), si annuncia con questa legislatura aperta alle lobby americane e multinazionali globaliste, favorendo l’introduzione di farine e sementi non biologiche, mettendo a rischio tutta la produzione agricola italiana, principalmente il comparto biologico.

Quale virus, la natura non può sconfiggere?

Una primavera che sa di autunno è quella del 2020, un anno da ricordare soprattutto per i divieti che hanno interessato l’agricoltura solo in parte. Così tra altalenarsi di temperature, tra neve, Sole e vento, la potatura degli olivi è andata avanti.

Non con qualche restrizione per il divieto di bruciare le potature, che ha rallentato di molto il lavoro. L’ordinanza della Regione Toscana emanata nel mese di marzo, comprende il periodo che va dal 20 marzo al 15 aprile, le cause del divieto sono dovute alla siccità, a dir poco plausibile.

I nemici da affrontare in questa primavera sono stati innumerevoli, dunque. La neve caduta nella nostra campagna proprio il 21 marzo, ha danneggiato le gemme di alcuni frutti e vitigni, ma con le temperature al di sopra dello zero, ha risparmiato molti altri fiori.

Così anche la stagione delle api, non è iniziata benissimo, già dai primi di marzo alcune famiglie  si sono affacciate con il gran caldo, pronte a sciamare con la propria regina. Si sono fermate grazie alla temperatura che dai 25 gradi è scesa bruscamente sotto i 10 gradi. Con la risalita delle temperature, le api sono adesso a lavoro per la produzione di miele.

Attualmente le arnie sono stanziali, e si trovano nel mezzo degli olivi, con vicino un piccolo laghetto, un bosco di castagni e frutti. Le api sono la presenza di una coltura biologica, che utilizza sistemi biodinamici per la difesa dei frutti e delle piante.

In conclusione, dopo tanti appelli, discorsi e silenzi forzati, questa stagione si preannuncia durissima. Soprattutto sul fronte economico, insieme alla consapevolezza che un sistema economico è sulla via del cambiamento, l’augurio è che la salute sia preservata con il cibo sano.

Un pensiero di questa primavera è per colui che non smette mai di seminare la propria terra, qualsiasi tempesta l’abbia distrutta. È questa terra che abbiano trovato coltivata, di una bellezza semplice e autentica, che rappresenta la storia di generazioni, dei nostri vecchi. Sono loro che hanno costruito un paese, lo hanno reso splendido, quello che in troppi hanno abbandonato. Ma non c’è terra avvelenata che non può essere di nuovo coltivata.

Non rimane che dire, se in tasca avrete le nuove mille lire, spendetele per addolcire le nostre vite!

Marmellata!? La giuggiolata della Giuggiola!

Un’ottima annata lo si direbbe del vino, e si può vestire questo detto perché no anche per le giuggiole. Eh sì, proprio loro, i “datteri cinesi”, i frutti che nascono dal giuggiolo, la pianta da cui la nostra avventura ha preso le sembianze dal 1995. Voglio parlarne perché sono loro le protagoniste di quest’anno 2019.

Un frutto dalle molteplici proprietà, che per molti anni è stato il frutto povero di tanti contadini, oggi abbandonato dalle grandi produzioni agricole. Per certi versi simile all’olivo nella potatura, questa pianta dall’arbusto spinoso, è un frutto dalle note dolci e delicate: per questo mi sono messa a “trasformare” le giuggiole in una gustosa e dolce marmellata “fatta in casa”.
Un’impresa non semplice, dopo ricerche serrate per trovare una ricetta credibile sul web, ho avuto un suggerimento da un’amica, attenta e appassionata cuoca pugliese che mi ha indirizzato nella strada giusta!

Marmellata di Giuggiole

Vi presento così il nuovo prodotto della Giuggiola, senza frasi d’effetto ma con tanto entusiasmo: la giuggiolata!

Obbligo di patentino: fitosanitari e trattori.

Diventa obbligatoria l’abilitazione per l’utilizzo di prodotti fitosanitari (PF), in base al decreto legislativo 150/2012 in materia di prodotti chimici destinati all’utilizzo professionale in aeree agricole ed extra agricole. I PF sono suddivisi in: fungicidi, insetticidi, diserbanti, acaricidi, fitoregolatori, geosterilizzanti e rodenticidi.

Abilitazione che comporta la frequenza di un corso accreditato dalla Regione per acquirenti e venditori di PF, necessario all’acquisto e vendita di prodotti destinati a combattere gli organismi nocivi e alla conservazione delle colture e derrate alimentari.

Tutti o quasi tutti che desiderano curare una coltura, sono necessariamente chiamati all’acquisto di sostanze attive contenute nei PF: la formazione professionale messa a disposizione dalle associazioni di categoria per professionisti e aspiranti tali, si aggira intorno alla cifra di 150 euro, che si aggiunge all’obbligo di abilitazione nella guida di mezzi agricoli.

Etichettatura PF

Etichettatura PF

La nuova normativa segue le direttive comunitarie, e prevede come punto di innovazione, l’introduzione dell’obbligo di lotta integrata, al fine di ottenere un grado di sostenibilità ambientale maggiore. Sensibilizza e rende consapevole dei rischi per la salute l’utilizzatore, nell’utilizzo e nella manipolazione delle miscele chimiche, che mantengono invariato il grado di tossicità, modificando esclusivamente l’etichettatura al fine di uniformare gli Stati membri dell’Ue con codici riconoscibili.

Introduce l’obbligo di un registro dei trattamenti in zone agricole ed extra agricole, come avviene per l’agricoltura biologica, al fine di controllare tempi e quantità dei prodotti utilizzati da eventuali controlli dell’azienda sanitaria locale. L’utilizzatore diventa il primo e unico responsabile della salute pubblica e ambientale, scagionando le aziende produttrici di PF da responsabilità di eventuali intossicazioni e danni alla salute propria e altrui per difetto di utilizzazione, manipolazione e limiti massimi residui nei prodotti alimentari destinati al consumatore finale.

Le sanzioni per l’utilizzo dei PF senza l’abilitazione, vanno dai 5 mila ai 20 mila euro.

La normativa introduce la divisione per l’acquisto dei PF tra hobbisti, cioè coloro che non hanno l’abilitazione, e i professionisti: la concentrazione delle sostanze attive nelle miscele è ugualmente tossica per gli insetti e acari utili nei PPO (prodotti per piante ornamentali). L’hobbista acquisterà un PPO con la dicitura “Non professionale”, per il momento inesistente nelle confezioni, e l’acquisto dei prodotti sarà in quantità minori rispetto al professionista.

L’utilizzo dei PF con l’adeguata formazione professionale rende consapevole l’utilizzatore ma equivale a sostenere costi maggiori per il professionista, che si moltiplicano con: l’adeguamento delle irroratrici, armadietti appositi o locali predisposti al desposito dei PF, abbigliamento idoneo durante i trattamenti, aggiornamenti dei patentini ogni 5 anni, smaltimento dei contenitori come rifiuti pericolosi presso aziende specializzate.

Conclusioni: in agricoltura biologica è necessario tutto l’adeguamento alla normativa europea, anche a fronte del mancato utilizzo di miscele tossiche. Il solfato di rame rientra nei prodotti acquistabili con patentino, lo stesso vale per i prodotti in elenco del biologico per i trattamenti della mosca dell’olivo. Questo comporta costi aggiuntivi, nonostante la produzione agricola del biologico sia sempre minore rispetto all’agricoltura tradizionale. Scelta dettata dalla consapevolezza dei rischi per la salute delle miscele tossiche che vengono utilizzate nell’agricoltura sia integrata che guidata, sempre presenti anche se nei limiti previsti dalla normativa nei prodotti alimentari di natura non biologica.

Ha inizio la potatura degli Olivi

Ci siamo per la potatura annuale degli olivi, dopo l’abbondante pioggia di questo piovoso febbraio, si affaccia il Sole dalle nuvole che riscalda e asciuga le piante di olivo.
Con le scarpe un po’ bagnate e le piante appena asciutte è bene avere attenzione a non scivolare, ma l’entusiasmo per la riuscita della nuova stagione inizia proprio da qui.

Potatura 2016

Potatura 2016

Con la potatura si ottiene infatti, non solo il mantenimento della coltura della pianta con la giusta cura costante per evitare malattie e attacchi di parassiti e rogna, ma il controllo della produzione delle olive. A seconda del taglio dei rami, si può cercare di mantenere la produzione di olive costante nelle annate, evitando l’alternanza di produzione che spesso caratterizza il raccolto. Come ogni bravo potino sa, l’esperienza è la madre di tutti i mestieri, la pazienza e l’attenta osservazione, mi portano a considerare tutti i fattori che possono determinare la buona riuscita dell’operazione che cerco di affrontare con i consigli dei più esperti che mi regalano ogni giorno perle di saggezza, preziosi consigli e ammonimenti utili a chi ama dedicarsi a questa professione.

 

Finanziabile: pubblicata la graduatoria PSR Giovani

Online la graduatoria preliminare sui progetti di avviamento d’impresa agricola, al fine di ottenere il contributo relativo al PSR Pacchetto Giovani 2014/2020, erogato da Artea, organismo pagatore della Regione Toscana proveniente da fondi agricoli europei. In data 15 gennaio 2016, i nominativi delle aziende agricole pubblicate sulla pagina dedicata di Artea, sono inclusi nel processo di selezione successivo. I progetti sono stati accolti fino al mese di novembre dello scorso anno e presentati dalle associazioni di categoria, nel caso specifico Coldiretti.

Giuggiola è rientrata nei progetti finanziabili, inserita nella graduatoria preliminare, in base a un punteggio acquisito nel processo di presentazione del progetto, a cui segue un’istruttoria al fine di valutare la veridicità e fattibilità del progetto ritenuto finanziabile, inserito principalmente nel settore olivicolo di cui una parte vitivinicolo. L’istruttoria si apre una volta presentata la domanda del progetto esecutivo, al fine di ricevere il contributo che viene erogato in due fasi, previsto non prima del mese di luglio.

Le problematiche insorgono nella gestione del contributo, suddiviso in due parti: una parte accreditata subito all’agricoltore, a termine dell’istruttoria, all’atto di assegnazione del contributo, e la restante parte anticipata. Quest’ultima per essere finanziata dal contributo deve prima essere spesa. Il neo imprenditore dovrà rendicontare le spese, una volta portate a compimento e quindi successivamente verranno ricoperte dal contributo, nel caso in cui il finanziamento sia completamente a fondo perduto. Per accedervi, il giovane imprenditore agricolo che AVVIA UN’IMPRESA, dovrà nella maggior parte dei casi, chiedere un prestito in banca, o spendere, se lo possiede, un capitale in denaro in suo possesso che decide di investire.

L’anticipo della somma per l’avvio d’impresa nel caso di prestio bancario, è sostenibile se: avete un contratto a tempo indeterminato (non possibile in quanto il bando finanzia solo un imprenditore e non un dipendente); un garante (un genitore, un amico, un parente con la pensione o con un lavoro a tempo indeterminato); infine un’ipoteca sui terreni agricoli o sulla propria abitazione, che abbiano un valore di molto superiore al prestito richiesto (con spese notarili da considerare nei costi di avvio impresa).

I neo imprenditori presenti in graduatoria, che decidono di presentarsi in un istituto bancario, avranno caratteristiche differenti, ma tutti con lo stesso denominatore comune, cioè con in mano un progetto finanziabile nella carta con un alto punteggio, ma nella realtà molto difficile da concretizzare. Ad oggi le banche commerciali non si occupano di credito all’agricoltura, c’è molta superficialità e poca conoscenza del settore, dei prodotti e delle capacità di giovani imprenditori,  consapevoli dei rischi, ma in grado di realizzare progetti innovativi e a km zero, contribuendo allo sviluppo dell’economia interna, di uno Stato attento a sviluppare maggiormente la domanda interna rispetto all’esportazione. Ci sono poi gli istituti che si occupavano prevalentemente di credito agricolo, ma che hanno ceduto il passo ad altre operazioni. L’ultima prova da fare è contattare piccoli istituti di credito del territorio, che abbiano già una conoscenza del settore agricolo.

GRADUATORIA ARTEA TOSCANA sezione news: https://www.artea.toscana.it/

 

Il Registro provvisorio: dalla produzione alla vendita

Nel nome della trasparenza, ogni 10 del mese è obbligatorio per le imprese agricole da gennaio 2014, rendicontare quanto fatto. Bisogna registrarsi nel portale online Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) di cui Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) nel settore dell’olivicoltura, vitivinicolo e quote latte, che svolge la funzione di Organismo di Coordinamento e di Organismo pagatore come stabilito dalla legge comunitaria europea. Agea interviene come erogatore di aiuti, contributi, premi ed interventi comunitari, gestione degli ammassi pubblici, dai fondi europei per lo sviluppo rurale, i programmi di miglioramento della qualità dei prodotti agricoli per gli aiuti alimentari e per la cooperazione economica con altri paesi, individuati dal Reg. (CE) n. 885/2006 (fonte Agea).

Sian è un registro online con accesso riservato per ogni coltivatore, che autonomamente o per conto di un ente (a pagamento) è tenuto a rendicontare, la produzione e vendita nel cosiddetto registro provvisorio. Un sistema di telematizzazione, che si aggiunge ai controlli del biologico di Suolo e Salute Srl, nel caso di Giuggiola, dell’olio extra vergine d’oliva, dalla produzione alla trasformazione e vendita. La mancata registrazione prevede una sanzione amministrativa della cifra in euro non ancora dichiarata nell’informativa. Obiettivo è il controllo dei prodotti italiani, la prevenzione della vendita di alimenti falsati e non provenienti dalla stessa azienda. Nota dolente delle piccole imprese agricole, è la mortificazione di controlli incrociati continui che non avvengono invece per le grandi produzioni. Controlli che sostituiscono la burocrazia cartacea con quella digitale che si aggiunge ai costi d’impresa.

Il portale Sian è sempre accessibile per la compilazione del registro, ma l’assistenza offerta da Agea è praticamente inesistente, nel caso di problemi di compilazione del registro e assistenza sui servizi. Durante i mesi estivi, dai primi di luglio fino ad oggi, contattare per mail l’ente è del tutto inutile. Il numero verde di Sian rimanda ad Agea: consigliato insistere con l’invio di mail con la “speranza” che qualcuno prima o poi risponda.
Enti convertiti all’UE, la commissione sanzionatrice e regolatrice delle politiche economiche degli Stati, che debbono eliminare le proprie strutture istituzionali “costose e inefficienti”, un tempo a costo zero per i cittadini e imprese, sono (pare) chiuse per ferie.