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Verdi a Settembre: olive frutto d’autunno

Tra gli ultimi frutti che maturano, le olive sono ormai quasi pronte per la raccolta autunnale. In questo 2016, la presenza della mosca olearia ci costringe ad anticipare la raccolta per evitare attacchi ai frutti, che avviene solitamente alla fine del mese di ottobre, ma il più temuto insetto ci costringe ad anticipare nei primi giorni del mese.

Olive 2016

Olive 2016

Trattamenti di Rame

Trattamenti di Rame

Dopo il monitoraggio iniziato nel mese di giugno, la presenza dell’insetto ha allarmato gli olivicoltori toscani. Per il biologico, i trattamenti effettuati ogni 7 giorni, hanno dato buoni risultati, anche se la presenza dell’insetto è ancora oggi insistente sulle trappole. Ultimo trattamento per la protezione dei frutti è l’anticrittogamico rameico, il rame che permette di combattere le malattie delle piante e protegge i frutti dall’insetto.

Olive Settembre 2016

Olive Settembre 2016

Le olive sono abbondanti in questo 2016, e si calcola che gli attacchi della mosca in alcune varietà di piante, come frantoio e leccino, diminuiscono la produzione del 20 per cento.

 

Monitoraggio Mosca dell’olivo 2016

Fioritura OlivoÈ iniziato il monitoraggio della mosca olearia che si teme per quest’anno si presenti di nuovo. Le piogge di giugno hanno affaticato la fioritura e rallentato i lavori di campagna. Fioritura lenta e disomogenea a causa delle basse temperature e della mancanza di luce solare, dovute alle piogge primaverili che hanno fatto cadere molti fiori, riducendo il raccolto, già in questa prima fase.

Fioritura Oliveto 2016

Fioritura Oliveto 2016

Pericolosità di oggi è soprattutto l’umidità, che nonostante le temperature estive hanno raggiunto i 35 gradi in questo fine mese di giugno, scongiurano solo in parte la deposizione delle uova. La prevenzione sulla base delle trappole è assolutamente da esaminare come risolutiva per i professionisti del settore olivicolo. Dalla nostra parte, il vento costante della collina ci aiuta a contrastare l’umidità e la proliferazione della mosca, che potrebbe essere un nemico da combattere anche in questo anno 2016.

Trappola Mosca Olearia

Trappola Mosca Olearia

Non è motivo di cautela ma l’intenzione di produrre olio extra vergine d’oliva, che inizia la caccia alla storica e temibile mosca dell’olivo. Si inizia con il monitoraggio distribuendo due trappole per ettaro, che hanno una durata di trenta giorni. Monitoraggio che si ripete per tutto il mese di luglio. Periodo nei quali si assiste alla presenza in salita, stabile o assenza dell’insetto, che ha tutta l’intenzione di depositare le uova nelle piccole olive se svolazza indisturbata negli oliveti.

Scampato allarme per la Mosca dell’olivo

Oliveto in Agosto

Oliveto in Agosto, anno 2015

È iniziato nel mese di giugno il monitoraggio per la possibile presenza della Mosca Olearia dell’Olivo, con la messa a punto di trappole per verificare la quantità e il periodo di azione contro l’insetto. Un sistema per il monitoraggio, per ottenere una sana raccolta e un’abbondante produzione di olio extra vergine d’oliva.

Trappola Mosca Olearia

Trappola Mosca Olearia

Trappole di monitoraggio: vengono appese alla pianta di olivo, la loro funzione è quella di attrarre l’insetto di sesso maschile tramite il ferormone femminile presente sulla trappola, dotata di colla in cui l’insetto rimane incollato, permettendo così di quantificare la presenza all’olivicoltore.

Trattamento: dopo un accurato monitoraggio, si effettua solo al momento della comparsa delle olive.  Non si effettua nessun tipo di trattamento contro la mosca olearia prima e durante la fioritura, in quanto l’insetto agisce sul frutto depositando le uova. In caso di presenza si trattano le olive, nel periodo di massima presenza di insetto sulla trappola, con un’insetticida a base proteica specifica nel caso di agricoltura biologica.

Al momento attuale non si registra, come ufficializzato da Coldiretti, la presenza della Mosca che ha infestato la campagna scorsa (2014-2015), complice il caldo torrido che non ha favorito la proliferazione. Per precauzione, le trappole nuove per il monitoraggio sono sostituite a quelle di giugno e luglio, per il mese di agosto appena iniziato. Speriamo che oltre il caldo torrido, scenda qualche goccia di pioggia.

Un anno da ricordare: questa volta grazie ai parassiti.

La raccolta delle olive è stata protagonista dell’anno, ha rubato lo scettro alla malattia dei pomodori e ai parassiti delle castagne. Unica nota positiva quindi, l’interesse per un settore, quello dell’olivicoltura che ha attirato a se l’attenzione, per la produzione dimezzata e quindi per la richiesta massiccia di olio. Causa principale la condizione meteorologica avversa che ha favorito il prolificare della temuta Mosca olearia (Bactrocera oleae).

Raccolta ottobre-novembre 2014

Raccolta ottobre-novembre 2014

Non tutti sanno, o quasi nessuno dei non adetti ai lavori, che questo insetto, ha origini molto lontane e viene combattuto dagli olivicoltori dal secolo scorso. Le temperature miti invernali e le piogge estive abbondanti hanno reso il raccolto dell’anno corrente, per la maggior parte di privati e aziende agricole del centro e nord Italia, inutile per la produzione di olio d’oliva ed extra vergine di oliva. Disinfestazioni inutili, rese inefficaci dalle continue piogge estive: colpevole di un raccolto risicato, è proprio il clima. La stessa mancata o tardiva strategia di difesa di molti olivicoltori contro il parassita, ha portato alle conseguenze odierne.

Sui cambiamenti climatici, e le sue conseguenze che si avvertono ogni giorno, non vengono messi da parte interessi principalmente geopolitici, e le previsioni lasciano il tempo che trovano. Nel breve periodo, non esistono infatti protezioni vincenti contro il parassita, ma esperimenti e progetti per evitare l’utilizzo di sostanze chimiche, rivolti alla messa in salvaguardia degli olivi.

L’agricoltura più colpita, non è quella biologica, anche se molto più fragile e costosa, ma ogni tipo di agricoltura. Fondamentale è che ognuno, abbia cura delle piante possedute, tanto da salvaguardare e non rendere inutile il lavoro del vicino. Purtroppo invece, le persone spaventate e terrorizzate dal parassita che imperversava nell’autunno appena trascorso, hanno lasciato le olive sugli alberi, anche se limitatamente attaccate, non rendendosi conto che l’olio prodotto è, anche se in pochi casi, di ottima qualità. Questo atteggiamento compromette anche la prossima raccolta per coloro che invece hanno raccolto e ripulito le piante, ricordando che gli insetti volano e sedimentano sul terreno, che deve essere nella stagione primaverile, lavorato e ripulito. L’unica speranza di opporsi al parassita e alla noncuranza, è sempre il clima: un inverno rigido e secco, alternato da un’estate tipica mediterranea. Ma al momento invece, è allerta per le temperature miti del mese di novembre-dicembre e le piogge abbondanti di questi giorni.

Mai come quest’anno la tv ha dedicato tanto tempo all’olio, nell’anno di più carenza, con informazioni che hanno in alcuni casi sviato dal vero problema. La raccomandazione di non cogliere e di non consumare gli oli locali, sta favorendo l’acquisto di oli di oliva in circolazione a basso costo, nella maggior parte non extra vergini all’origine, ma ottenuti da miscele di olive comunitarie e marocchine, di cui si conosce una provenienza generica. Oli corretti per ottenere una bassa acidità oleica, e ottenuti da olive di cui non se ne conoscono le fattezze. Per cui è inappropriato incitare, all’acquisto di altri oli, non solo non migliori e nemmeno controllati, che hanno il pregio di un basso costo, che danneggia ulteriormente le piccole aziende.
La richiesta di calamità naturale al momento, è solo una vana speranza, e forse mai come in questa situazione, la gente capisce l’importanza fondamentale delle risorse pubbliche che dovrebbero essere destinate alle imprese e al lavoro, alla scelta di considerare il “denaro come un valore di scambio per produrre beni” e non il contrario.